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Cieli e fiumi e montagne e pietre che non hanno mai il colore appropriato: la natura da oggetto di attrazione a oggetto di indagine, schermo sul quale proiettare istanze psicologiche, gli affetti di uno spirito quasi visionario. La forza toccante e artificiosa del lavoro di Giovanni Frangi, che distribuisce il colore senza rispetto per verosimiglianza alcuna è una scacco al naturalismo dal cuore stesso della natura: quanto è forte il segno, quanto più sono larghe le strisce di nero sulla superficie bianca, tanto più è difficile leggere in esse fusti e corolee, un insieme di linee astratte che si rivela essere fiori e piante come bruciati.